IL VEGETARIANESIMO nel MAHAPARINIRVANASUTRA
Nel Mahaparinirvana Sutra, il Buddha dà le sue istruzioni finali sulla questione del vegetarianismo, insistendo che i suoi seguaci non dovrebbero mangiare carne o pesce, e che anche il cibo vegetariano che è stato a contatto con della carne dovrebbe essere lavato prima di venir mangiato. Se ad un monaco buddista, o monaca, è proposto un pasto che contiene anche della carne, non è permesso al monaco o monaca di scegliere solo la parte senza carne e lasciare poi il resto: l’intero pasto dovrà essere rifiutato – in un modo così severo il Buddha dette la sua ingiunzione contro il ricevere offerte di cibo contenente carne.
Alcuni odierni Buddisti affermano che, secondo il Buddha, mangiare carne sia accettabile, e dichiarano che anche il Buddha mangiò carne. Ma questa pretesa è contraddetta dallo stesso Buddha in questa parte finale del suo sutra Mahayana. Se uno vuole coltivare la Grande Bontà Compassionevole e non spaventare gli esseri senzienti sensibili, con la puzza di morte causata dal consumo della carne, e che rimane attaccato alla propria persona, uno dovrebbe frenarsi dal mangiare ogni e qualunque genere di carne. Questa è la dichiarazione finale sull’argomento nel sutra Mahayana del Buddha. Ecco tutta la rilevante e attinente sezione – un dialogo ed un mini-seminario tra il Buddha ed il suo seguace Bodhisattva, “Maha-kasyapa” – sul vegetarianesimo, dalla versione Tibetana del Mahaparinirvana Sutra:
“Allora Maha-Kasyapaika-gotra chiese, “Se è molto importante sostenere la non-proprietà di mangiare carne, allora non è forse una cosa sbagliata offrire la carne a coloro che non vogliono la carne?”
[Il Buddha rispose:] “Eccellente, nobile figlio, eccellente! Tu hai ben capito la mia intenzione. Uno che protegge il Dharma autentico non dovrebbe mai fare quello. Nobile figlio, d’ora in avanti io non permetterò più ai miei sravaka [i discepoli] di mangiar carne. Se io ho detto che [uno dovrebbe vedere] l’elemosina di cibo dato dal paese come la carne di un proprio figlio, come potrei permettere il mangiare la carne? Io insegno che il mangiare la carne elimina la Grande Bontà [il maha-maitri]”.
“O Benedetto, perché tu una volta hai detto che mangiare la carne senza sentirsi in colpa è permesso in tre aspetti?”
“Perché io stipulai questi tre tipi di irreprensibilità come una base provvisoria dell’addestramento; Io ora li rifiuto”.
“O Benedetto, qual’ era la tua intenzione quando hai parlato dei nove grandi benefici nell’abbandonare i dieci tipi di carne?”
“Quelle dichiarazioni furono stipulate allora per ridurre il bisogno di mangiare la carne; ora, anche quelle sono cancellate”.
“O Benedetto, e qual’era la tua intenzione quando affermasti che la carne ed il pesce sono generi alimentari salubri? ”
“Io non dissi mai che la carne e il pesce sono generi alimentari salubri, ma io ho detto che la canna da zucchero, il riso d’inverno, il riso comune, il grano, l’orzo, le lenticchie verdi, le lenticchie nere, la melassa, zucchero, miele, ghee (burro-fuso), latte e olio di sesamo, sono generi alimentari salubri. Se ho insegnato che perfino i vari indumenti per coprire il corpo dovrebbero essere colorati con una tinta poco attraente, allora quanto più indesiderabile dovrà essere l’attaccamento al gusto dei cibi di carne!”
“In questo caso, non ne consegue che anche i cinque prodotti del latte, il sesamo, l’olio di sesamo, la linfa di canna da zucchero, le conchiglie, la seta, e così via, violano i precetti?”
“Non cadere nelle false visioni dei Nirgranthas [Jainisti]! Io ti ho imposto le basi dell’addestramento con un’intenzione diversa: Io stipulo che tu non dovresti mangiare carne neanche che sia irreprensibile sotto quei tre aspetti. Perfino quel tipo di cibi, oltre ai dieci tipi [precedentemente proibiti] dovrebbero essere abban-donati. Per questo motivo, la carne di cadaveri dovrebbe essere abbandonata. Tutte le creature ne sentono l’odore, e sono spaventate dai mangiatori di carne, e non importa se essi si stanno muovendo intorno o restano fermi. Se una persona mangia asafetida o aglio, tutti gli altri si sentono a disagio ed alienati – anche se si trovano in una folla di molte persone, o in mezzo a molte creature, tutti sanno chi è quella persona che li ha mangiati. Similmente, tutte le creature possono riconoscere una persona che mangia la carne e, quando essa emette quell’odore, loro sono spaventate dal terrore della morte. Dovunque quella persona vada, tutti gli esseri che vivono nelle acque, sulla terra asciutta o nel cielo, sono spaventati. Pensando che loro saranno uccisi da quella persona, essi si sentiranno male, cadranno in deliquio e perfino moriranno. Per queste ragioni, i Bodhisattva-mahasattva non mangiano la carne. Anche se può sembrare che essi mangiano la carne per compiacere quelli che devono essere convertiti, siccome loro non mangiano davvero cibo ordinario, perciò quanto meno potranno mangiare la carne! O nobile figlio, quando saranno passate moltissime centinaia di anni dopo che io sarò trapassato, non ci sarà più alcun Arhat, neppure un discepolo che entrerà nel flusso, o che dovrà ritornare una sola volta, o che non dovrà più ritornare. Nell’èra del declino del Dharma, vi saranno monaci che preserveranno le regole del vinaya e dell’ abhidharma e che avranno una moltitudine di rituali, ma anche penseranno solo al loro benessere fisico, stimeranno in modo estremo i vari tipi di carne, saranno disturbati nell’umore, saranno agitati da fame e sete, vestiranno in modo da far spavento, con tuniche con forti colori a sprazzi, come dei bovari o dei cacciatori di frodo, e che si comporteranno come gatti, che dichiareranno di essere degli Illuminati (arhats), che saranno addolorati da molti malanni, i cui corpi saranno sporcati con i loro stessi escrementi, e che però ben si vestiranno come se loro fossero dei saggi [muni], oppure si vestiranno come degli asceti erranti [sramana], benchè essi non lo siano, e riterranno che le scritture spurie siano il Dharma autentico. Queste persone distruggeranno quello che io ho concepito – il vinaya, i riti, il comportamento e le mie dichiarazioni autentiche, che possono liberare uno dall’attaccamento a tutto ciò che è improprio, selezionando e recitando i vari passaggi da ognuno dei sutra, secondo le loro inclinazioni. Quindi, poi appariranno falsi asceti [sramana], figli di Shakyamuni [il Buddha] che faranno proclami di questo tipo, ‘Secondo il nostro vinaya, il Benedetto ha detto che le offerte-elemosine di carne sono accettabili’; e così si inventeranno i loro personali sutra [scritture] e si contraddiranno gli uni con gli altri. Inoltre, o nobile figlio, ci saranno anche quelli che accetteranno cereali crudi, carne e pesce, cucinandoseli da soli in pentole piene di olio di sesamo; ed altri che frequenteranno laboratori di pellami e cuoio, creatori di parasoli e le regalità…” – “La persona che io chiamo un monaco è uno che ha abbandonato totalmente quelle cose.”
“O Benedetto, cosa dovrebbe essere fatto da monaci, monache, upasaka ed upasika [i seguaci Buddisti laici, maschi e femmine] i quali dipendono da quello che è a loro offerto, per purificare l’offerta-elemosina di cibo che contiene carne in quei luoghi in cui il cibo non è stato verificato?”
“O nobile Figlio, io ho insegnato che non si contraddice in alcun modo la regola del vinaya se essi lavano con l’acqua il cibo privato della carne, e poi lo mangiano. Se in tali luoghi appare che il cibo contiene molta carne preparata, allora dovrebbe essere rifiutato. Non c’è colpa se in un vaso il cibo tocca un altro cibo, ma l’importante è che il cibo non sia davvero mescolato insieme. Io dico che anche carne, pesce, cacciagione, ossa essiccate con scarti di carne, lasciati da altri costituiscono un’infrazione. In precedenza, questo lo avevo permesso in quei casi che sorgono dalle necessità della situazione. Ora, in questa occasione, io insegno che vi è un enorme danno che sorge dal mangiare la carne. Essendo arrivato il momento in cui sto per trapassare nel Parinirvana, questa è una dichiarazione ben comprensibile.”
COMMENTO di ALIBERTH: C’è ben poco da dire. A parte le fosche previsioni del Buddha, che fa un bel ritratto di quelli che (oggi) dovrebbero essere i suoi seguaci (sperando di non essere come coloro della descrizione di cui sopra), almeno ci si sforzi di non infrangere le regole dell’essere e rimanere VEGETARIANI. Ed è assai probabile che la nostra emancipazione spirituale passi davvero dal nostro sforzarci di NON mangiare più carne dei nostri simili (perché tali sono anche gli animali). Se non mettiamo in atto almeno questo primo punto del Sentiero spirituale, a nulla potrà servire aver letto, imparato e praticato le più sofisticate dottrine filosofiche e religiose. E questo è valido per tutte le filosofie e tutte le religioni. Shanti!