Tavola Rotonda “Israele-Palestina”- Adalberto Vizzari(Pres.Ass.Castoro Uil)-Amos Radian, Nemer Hammad, Giorgio Bartolini(Sindaco di Assisi), Giulio Cozzari(Pres.Enti Locali per la Pace)
in collaborazione con l’ Associazione CASTORO,promossa dal Mandir della Pace ,
tenutasi il 15 luglio al “Lyrick Theatre” S. Maria degli Angeli – Assisi, nell ambito del meeting: “L UNITA NELLA DIVERSITA “.

Gerusalemme non deve diventare la Berlino del 2000
SORELLA PACE di Nunzio Buongiovanni
Il clima è suggestivo e coinvolgente per il senso di universalità trasmesso dalle persone presenti, dai canti, dai suoni, dagli aromi e dai profumi, dalle espressioni artistiche di ogni genere, dalle musiche, dalla forte e distinguibile assenza di barriere. Qui non ci sono diversi. Qui tutto sembra diffondere l incomparabile spiritualità della pace. L aspettativa trepidante di chi vorrebbe vedere il prevalere dei valori interiori ed ideali sugli egoismi e sugli inte­ressi è in ognuno dei presenti. Prende la parola Nemer Hammad Delegato Generale della Autorità Palestinese in Italia) e subito dopo Amos Radian (Ministro Plenipotenziario Ambasciata d Israele preceduti da un preludio di musiche, canti e danze di pace che hanno favorito nell’auditorium” la giusta atmosfera anche se, invero, non ve ne era alcuna necessità. Le luci del teatro sono tutte accese ma un ideale fascio luminoso sembra far risaltare solo i due protagonisti mettendo in ombra tutto il circostante. Emoziona il contraddittorio espresso in un italiano ben calibrato e pertinente ravvivato dalle incertezze terminologíche (a volte ricercate) e dalle inflessioni linguistiche! Arriva il nostro momento, il momento del pubblico; alzo subito il braccio, vorrei modestamente dire alcune mie opinioni, ma manca il tempo e, seppure deluso per la mancata occasione, applaudo con partecipazione ed una speranza in più nel cuore
Credo infatti che per quanto la decifrazione del codice racchiuso nel genoma ci porti sempre più vicini alla conoscenza finale di tutti gli aspetti della vita biologica e per quanto si saprà dimostrare l inesistenza quasi totale di differenze fra gli esseri umani , di un dato sono certo: il vero legame, il vero genoma non biologico, è quello dalla fratellanza fra gli uomini di tutte le razze, di tutte le culture, di tutte le fedi. La fratellanza ha sempre accompagnato i grandi cambiamenti e le grandi azioni di riscatto dei più deboli: dal nostro Risorgimento, alle lotte contadine ed operaie, al Movimento sindacale.
La fratellanza fra i popoli in qualsiasi modo oppressi, così come palestinesi ed israeliani vicendevolmente oppressi ed oppressori ed entrambi oppressi da altri anche in forme occulte e subdole, deve rappresentare il primario obiettivo dell umanità intera.
Palestinesi ed israeliani non sono cugini, come loro stessi spesso si definiscono, ma popoli fratelli, gli uni bisognosi degli altri, accomunati dal destino, dalla storia, dalla cultura della fede: uniti in una striscia di mondo dai rigidi confini naturali che li stringono in un abbraccio ineluttabile.
Proprio qui ad Assisi, luogo di natali, di vita e di opera di quel Francesco, frate primo fra tutti, che della fratellanza ha fatto il sentimento universale al punto di far precedere, nel parlare quotidiano, ogni nome ed ogni sostantivo col termine quasi ossessivo (richiamo costante ad ogni uomo!) di “fratello” o di “sorella”, noi viviamo parallelamente, oggi, in dimensione infinitesimale, il tentativo di di dialogo che si sta svolgendo a Camp David fra Clinton,Arafat e Barak. Anche qui il sospetto e la diffidenza non sono del tutto sopiti; il passato di morti, di stragi e di attentati aleggia ancora sugli interlocutori e rischia dì condizionare il clima del confronto. La volontà di dialogare però è più forte, la determinazione nel ricercare i fili che conducono alla pace consente di cogliere spunti di sensibilità impossibili se l obiettivo fosse diverso. Gli echi degli estremismi, dell integralismo e dell ortodossia intransigente giungono a tutti noi e minacciano gli sforzi degli uomini di buona volontà. Dobbiamo riuscire ad isolare “Caino”, dobbiamo evitare che la mano fratricida colpisca ancora e se mai vi dovesse nuovamente riuscire bisogna saperne annullare i effetti facendo emergere dalle coscienze la tensione della solidarietà e dell integrazìone! Così Gerusalemme deve rappresentare il simbolo mondiale della convivenza e della pace. Nessuno può, proprio per questo, imporre veti! Gerusalemme non deve diventare la Berlino del terzo millennio, ma il centro della tolleranza, della fratellanza e della pace universale.

shantij

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