Medicina di Pace -Prof. Sandro Mandolesi
Prof. Sandro MANDOLESI
MEDICINA DI PACE
La pace deve pervadere la medicina e deve realizzarsi innanzitutto tra le medicine per la salute dell’umanità.
Da tempo siamo abituati a vivere la contrapposizione esistente tra la propria religione, quella ufficiale e le altre religioni; così come esiste una medicina ufficiale e le altre medicine complementari o alternative. Questo è un reale razzismo culturale.
Sono stato educato nei canoni della medicina ufficiale, così detta scientifica ed allopatica, eppure nel corso dei miei anni la curiosità e la necessità di avere a disposizione per i miei pazienti un ventaglio di possibilità di cure sempre maggiore, anche per quei casi più difficili, i cosidetti “essenziali”, ossia di cui non se ne conosce la causa, mi ha spinto ad interessarmi di altre medicine.
Sia chiaro: non sono un pentito! Non rinnego l’efficacia e l’utilità della medicina moderna in talune malattie che altrimenti sarebbero incurabili. Ma si evidenzia sempre più come questa sia una medicina dell’ultima spiaggia che non ha possibilità o non vuole affrontare il problema che esiste un malato prima che una malattia e che esiste un soggetto che si sta ammalando e che spesso tale processo può durare molto tempo prima che si manifesti il sintomo della malattia che poi la medicina ufficiale riconoscerà e curerà.
Per cui la medicina disconosce l’iceberg sommerso e si interessa solo della punta visibile emergente di esso.
Le medicine tradizionali avevano come primo fine quello di curare il soggetto prima che si ammalasse , benchè non disconoscessero i presidi medici più attuali quali, ad es., la neurochirurgia, la chirurgia plastica, ecc.. Faccio riferimento alla medicina tradizionale Ayurvedica che già le aveva descritte 1500 anni prima di Cristo nei famosi Trattati di Shuruta e Charoca Samhita.
Uno stato di pace è in primis uno stato particolare di coscienza del soggetto, ma nell’accezione comune è una condizione di non violenza e aggressività che deve essere sviluppata prima nel corpo, che è sacro in quanto unico strumento che abbiamo di crescita spirituale e, pertanto, l’ottenere il diritto alla vita non con la nascita, ma con il lavoro che è indispensabile oggi procurarsi il cibo necessario al nostro corpo per vivere, è il fine primario nella nostra attuale società.
In seguito bisognerà avere un corretto stile di vita, una dieta più naturale possibile, bere dell’acqua pura, aria pulita, fare attività fisica ed avere dei ritmi di vita consoni a quelli della natura di cui siamo parte integrante.
Il secondo e non meno importante impegno è di portare pace nella nostra mente, che vuol dire, come prima cosa, di non violentarla con stimoli sensoriali non idonei a cui oggi purtroppo siamo soggetti in continuazione nella nostra società.
Per calmare la mente, che in effetti è una delle finalità della nostra vita, bisogna bloccare i desideri, eccetto quelli di massimo valore spirituale, ed evitare una errata interpretazione degli avvenimenti che è sicuramente la causa primaria di tutte le malattie dell’uomo, quale esempio più facile da comprendere: la gelosia.
Il terzo aspetto di tale condizione riguarda la pace tra gli uomini.
L’ambiente è l’espressione della reazione cosmica che deriva dal nostro modo di pensare ed agire, che produce la società e le modificazioni fisiche, climatiche, geografiche, chimiche, ecc. del nostro pianeta.
Per cui è inutile andare a predicare i valori morali, gridare, ribellarsi, protestare! Non possiamo pretendere di cambiare gli altri se prima non siamo capaci di modificare noi stessi, il nostro modo di pensare e di agire. Un esempio per tutti su come realizzare ciò è Madre Teresa di Calcutta. Scopri i tuoi difetti, i tuoi errori e correggili, questo è il pilastro portante dell’edificio della fratellanza.
Quale ultimo, e non meno importante aspetto, è la pace tra le religioni, ma oserei dire tra i religiosi; intendendo riferirmi più a chi gestisce il culto, non a chi lo pratica, perché, in fondo, nell’essenza tutte le religioni del mondo si sovrappongono.
Sono convinto che il razzismo religioso è stato certamente una delle piaghe sociali più deleterie, ancor oggi fonte di sofferenze inimmaginabili.
Se i punti appena esposti venissero compresi e attuati si sarebbe attuata la medicina preventiva più efficace realizzabile e si dovrebbero chiudere le Università di medicina in quanto non ci sarebbero più malati da dover curare.
Pertanto vorrei chiudere questa mia riflessione sulla medicina di pace con l’augurio che San Francesco rivolgeva come saluto a chiunque incontrasse: “Dio vi dia la pace”.