Conferenza Interreligiosa a Prashanti Nilayam: 22 luglio 2005
“Ogni religione insegna all’uomo a colmare il proprio essere della gloria di Dio. (…) Abbiate fede nel fatto che tutti i cuori sono motivati dall’unico Dio, che tutte le fedi glorificano l’unico Dio, che tutti i nomi, in ogni linguaggio e forma, denotano l’unico Dio.”
Sathya Sai Baba
L’unità delle fedi è uno degli insegnamenti cardine di Sai Baba. In numerose occasioni, Egli ha ribadito la necessità dell’amore, della tolleranza e della coesistenza pacifica di tutte le religioni del mondo. Questa è esattamente la necessità del momento in cui il mondo sta assistendo a un’ondata di odio e violenza fra i seguaci delle diverse fedi a causa di incomprensioni e ristrettezze di vedute. In occasione dell’80° anno dell’Avvento dell’Avatâr, il 22 luglio l’Organizzazione Shrî Sathya Sai Sevâ ha promosso una Conferenza Interreligiosa a Prashânti Nilayam alla divina Presenza di Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba. Cinque oratori, in rappresentanza delle cinque maggiori religioni del mondo, Islam, Buddismo, Cristianesimo, Giudaismo ed Induismo, hanno ampiamente trattato i princìpi e gli insegnamenti fondamentali delle loro fedi. Il dottor Michael Goldstein, presidente del Prashânti Council, ha affermato che la Conferenza Interreligiosa (Interfaith) dovrebbe esser definita Conferenza “Intrareligiosa” (Intrafaith) poiché il fondamento di tutte le religioni è l’amore ed i princìpi che le contraddistinguono, il servizio e il canto del Nome di Dio, sono caratteristiche comuni a tutte. Egli ha poi dato il benvenuto e presentato gli insigni oratori che dovevano parlare all’assemblea. Il primo di essi è stato Maulana Wahiduddin Khan, grande erudito islamico e presidente del Centro Islamico di Nuova Dehli, che ha pubblicato oltre 200 libri ed ha vinto il “Demiurgus Peace International Award” per l’anno 2000. Egli ha citato estesamente diversi passi del Corano affermando che, dei 6500 versetti del Sacro Libro, la maggior parte si sofferma sull’amore, la pace e l’armonia; già il primo versetto “Bismillah ur Rehman ur Rahim” significa “Dio è colmo d’amore e compassione”. Il messaggio dell’Islam predica un atteggiamento benevolo verso tutti gli uomini, raccomanda la ripulsa delle rivalità e promuove la conciliazione e la pace. L’oratore ha narrato poi una storia tratta dalla vita del Profeta che evidenzia come questi amasse profondamente l’umanità: una volta, a Medina, Egli vide passare la processione del funerale di un ebreo ed, immediatamente, si alzò in piedi in segno di rispetto verso quell’anima che aveva da poco abbandonato il mondo. Notando ciò, uno dei Suoi discepoli Gli chiese perché manifestasse un atteggiamento di deferenza nei confronti di un non mussulmano ed il Profeta rispose: “Non era forse quell’uomo un essere umano?” Questo esempio serve a spiegare come gli insegnamenti dell’Islam si basino sull’amore e sulla tolleranza.
Il secondo oratore è stato il dottor Ahangamage Tudor Ariyaratne che ha parlato in rappresentanza del Buddismo. Avendo percedentemente ricoperto l’incarico di presidente del World Parliament of Religions (Parlamento Mondiale delle Religioni), egli dirige ora il Sarvadaya Shramadana Movement che è l’organizzazione non governativa più grande nello Shrî Lankâ; ha ricevuto molti riconoscimenti fra cui il “Mahâtma Gandhi Peace Prize” nel 1996 ed il “Niwano Peace Prize of Japan” nel 1992. Egli ha affermato che poche persone possono amare qualcuno come una madre ama il proprio figlio tanto da anteporne il benessere e la sicurezza alla propria stessa vita. Sai Baba è una delle rare “persone” che incarnano tale amore altruistico nei confronti di tutta l’umanità. “Tutti” ha continuato “dovrebbero seguirNe l’esempio nell’alleviare la sofferenza dell’umanità amando tutti e traducendo l’amore in servizio. Ci sono tante persone al mondo che sono sprovviste persino dei fattori primari della vita come l’acqua, il cibo ed un tetto. Invece di provvedere ai loro bisogni, si fa spreco di denaro per fini iniqui che vanno solo ad aggiungersi alla sofferenza dei popoli”. “L’odio non cessa con l’odio ma con l’amore”, egli ha affermato ed ha concluso ricordando a tutti la grande fortuna di essere in Presenza di un grande Essere come Baba che cammina ora sulla terra come Buddha, cosa che si verifica ad intervalli di migliaia di anni per simili grandi Maestri. Dobbiamo sfruttare questa rara occasione seguendo i Loro precetti e traendone beneficio.
Nel pomeriggio, Padre Henry Fehren ha parlato del Cristianesimo. Ordinato sacerdote della Chiesa cattolica nel 1948 a St. Cloud nel Minnesota (U.S.A.), egli ha insegnato in diversi college ed università dell’America e dell’Inghilterra, ha scritto parecchi libri e articoli ed ha partecipato, in veste di ospite principale, a programmi televisivi e radiofonici. Padre Fehren ha ricevuto l’equivalente di tredici “award” della Catholic Press Association (Associazione della Stampa Cattolica) ed uno della National Religious Press (Stampa Religiosa Nazionale); attualmente porta avanti i suoi compiti pastorali e di consulenza a New York. Egli ha parlato di come, purtroppo, la gente compia il male e perpetri la violenza in nome di Dio, che ama e perdona tutti, e si è diffuso sul significato dell’amore affermando che esso non è qualcosa di sentimentale e romantico; il vero amore è infatti quello che abbraccia anche coloro che è difficile amare. A tal proposito, ha poi citato l’esempio di Cristo che, nonostante fosse stato rinnegato da Pietro, tradito da Giuda e crocefisso dai Romani, pregò il Padre di perdonarli mentre si stava spengendo sulla croce. Padre Fehren ha poi espresso la sua gratitudine a Dio per averlo guidato nella vita e nella carriera e per avergli concesso l’opportunità di partecipare alla Conferenza.
Il secondo oratore del pomeriggio è stato il rabbino David Zeller insegnante di fama internazionale, cantante, scrittore e pioniere nella spiritualità e nella meditazione ebraiche. Dopo aver preso parte al Kibbutz Movement (Movimento dei Kibbutz) nel 1970, ha vissuto come sadhu (asceta mendicante) in India e in quel periodo ha avuto anche modo di visitare Prashânti Nilayam ove ha chiesto la benedizione di Baba. Durante una interview, Swami gli ha fornito guida spirituale ed esperienze che lo hanno ricondotto alla sua religione, il giudaismo. Egli è divenuto professore dell’Institute of Transpersonal Psychology (Istituto di Psicologia Transpersonale) nel 1975, ha fondato il Network of Conscious Judaism (Sistema di Giudaismo Conscio) nel 1980 ed ha diretto lo “Shevet”, Centro di Spiritualità e Meditazione a Gerusalemme. Egli ha cominciato il suo discorso con un canto con cui intendeva salutare tutte le persone del pubblico come fratelli e sorelle dato che tutti siamo figli dello stesso Dio; ha quindi parlato degli insegnamenti ebraici della Kabbala che enfatizzano l’amore, la pace e la tolleranza. “Shalom”, il saluto usato dagli Ebrei, significa “Pace”. Ha poi affermato che tutte le religioni del mondo sono come i diversi organi del corpo umano che compiono, in armonia, funzioni uniche ; se un organo svolgesse il compito di un altro, il corpo non potrebbe più funzionare e ne morirebbe. Allo stesso modo, il corpo dell’umanità richiede che tutte le religioni coesistano pacificamente. Il rabbino Zeller ha concluso il discorso abbellito da un sottile umorismo e da un brano musicale intitolato “Shalom” ove si prega per la pace nel mondo.
L’ultimo oratore è stato shrî P.S. Jayarama Shastrigal, erudito in Sanscrito, che ha parlato dell’Induismo. Compiuti gli studi all’università di Annamalai, ha condotto per oltre 50 anni adorazioni rituali indù; ha ricevuto svariati titoli di riconoscimento ed ha pubblicato numerosi libri e brani audio. L’illustre oratore ha spiegato che lo scopo di ogni individuo è trascendere l’esistenza terrena e che uno dei princìpi fondamentali del Dharma indù è quello di non odiare nessuno. Avendo la grande fortuna di vivere contemporaneamente a Baba che è l’Incarnazione dell’Amore, lo scopo della nostra vita dovrebbe esser quello di coltivare l’amore per tutti. Dio ama tutte le creature poiché è loro Madre e Padre ed, a tal proposito, Shastrigal ha citato i versi d’apertura di un famoso libro del poeta Kâlidâsa che rende omaggio al Padre e alla Madre dell’intero universo; ha poi menzionato svariati brani di numerose Scritture ed ha narrato alcune parabole della tradizione indù oltre ad un’esperienza personale in cui Baba lo ha guarito, con la Sua vibhûti, da due malattie incurabili che lo avevano afflitto per più di 40 anni. Egli ha terminato il suo intervento offrendo a Swami la sua devota gratitudine.
Alla fine della giornata, il pubblico non aveva più dubbi sul fatto che tutte le religioni insegnino le stesse lezioni d’amore e pace, che esistano proprio per il bene e l’evoluzione del mondo e per condurre l’uomo a Dio. Se solo ognuno seguisse la propria fede con devozione e comprendesse il messaggio di unità che si cela in tutti i credo, il mondo sarebbe sicuramente un luogo migliore in cui vivere.
“Lasciate che le diverse fedi esistano, lasciatele fiorire e fate sì che la gloria di Dio sia cantata in ogni lingua e con varie melodie. Questo dovrebbe essere l’ideale. Rispettate le differenze tra le fedi e riconoscetele valide fino a che non avversano la fiamma dell’unità.”
Sathya Sai Baba