“Dall’Io al Noi-Conoscenza e Coscienza del proprio Se’ nell’Evoluzione Interculturale, tra Uguaglianze e Differenze, nell’Osservanza dei Diritti Umani”.Relazione di M.Gabriella Lavorgna

La Fondazione “MANDIR” della PACE :il TEMPIO dell’UNO, rete internazionale di volontariato che si adopera per la promozione di servizi culturali, sociali e umanitari, aventi per scopo il risveglio della coscienza e lo sviluppo di una educazione alla Pace, ha promosso ad Assisi , nella sede dell’Hotel Cenacolo Francescano” un gruppo di lavoro con la Tavola rotonda sul tema:

Temi trattati:- Consapevolezza come constatazione attiva della nuova conoscenza.- Coscienza come assunzione definitiva del “nuovo” assimilato a parte integrante del “vecchio”.- Coscienza della propria conoscenza, dei cambiamenti avvenuti, dei processi di trasformazione in atto, e delle conseguenti complessità.- Uguaglianza e differenze. Superamento di discriminazioni basate sulla razza, sull’origine etnica, sulla religione, sulle condizioni personali, sull’handicap, sull’età o sull’orientamento sessuale, diventando parte attiva e fattiva dell’evoluzione interculturale nell’attuale società dove al rischio dello scontro tra civiltà e diverse culture, prenda posto un saggio e arricchente incontro tra esseri umani dialoganti nel rispetto dei principi irrinunciabili racchiusi nella osservanza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Relazione di M. Gabriella Lavorgna Pres. Mandir della Pace
In questo periodo nel quale la separatività sembra avere il sopravvento (esteriormente) sul genere umano, molte persone amano andare “controcorrente” Sono tutti coloro che hanno compreso (prendere con sé) di essere una piccola parte di un Tutto infinitamente più grande. Per questa ragione è importante puntare sul tema della “multiculturalità”, che già da tempo le istituzioni europee ritengono uno degli obiettivi principali di sinergia con iniziative nazionali e regionali in campo educativo e formativo. Al concetto di Multiculturalità può essere associato il sostantivo “unità” per porsi nella prospettiva del riconoscimento della distinzione nella consapevolezza dell’unica matrice umana legata alla fraternità universale. Ciò ha conseguenze dirette sulle relazioni sociali, sulla libertà individuale, ma anche sui rapporti con le regole, i diritti e le prescrizioni tipiche di un Paese che possano essere colte in una prospettiva di reciprocità. Le nozioni di multiculturalità e di unità, inoltre, sono portatrici di esigenze più larghe che superano la comunità nazionale e includono anche la solidarietà internazionale. Non si tratta quindi soltanto di partecipazione e di responsabilità civiche, ma di stabilire relazioni, di “vivere insieme”. Il sistema mondo globalizzato, infatti, non ha eliminato le culture locali, ma anzi vede crescere in tutto il mondo una proliferazione di nuove identità culturali, politiche e religiose, sentite come specifiche e vissute intensamente. Dunque la Multiculturalità non è un fatto, ma un risultato in progressivo divenire di un insieme di comunicazioni e di relazioni tra individui e gruppi responsabili: una realtà in movimento, attraverso cui i cittadini consolidano il senso di appartenenza ad una cultura e ad un popolo nella prospettiva dell’appartenenza alla famiglia umana e nell’apertura alla scoperta delle ricchezze dell’alter. Di fronte ad un pulviscolo di culture, etnie, differenze, conflitti religiosi, dobbiamo considerare propaganda l’universalismo e la cittadinanza universale. La chiave del “dialogo”, quale sentiero percorribile per lo sviluppo di una cultura di pace, è l’importanza della conoscenza del “diverso” , nelle sue tradizioni socio-culturali e religiose, per poterne comprendere le reali esigenze e favorirne l’integrazione dello stesso nella società civile in cui vive. Andare quindi oltre il modello di dialogo interreligioso di Assisi, superando i pregiudizi e le diffidenze e soprattutto la politica delle ideologie, per concentrarsi più sugli aspetti concreti sul piano pratico-operativo, per affrontare le difficoltà con cui le comunità di fede sono costrette a misurarsi ogni giorno, e a concepire il dialogo più dalla prospettiva di una dimensione civile. Questo approccio inclusivo dissolve le tendenze alla separazione ed all’isolamento, rendendo così possibile una nuova modalità di relazione in quanto parte di un gruppo. Gli uomini devono tornare a Ri-membrare, ovvero di comprendere di essere tutti collegati da una unica Matrix. Nostro proposito è riconoscere le differenze ,rispettarle ,identificandole nello stesso tempo con il Tutto.

shantij

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