L’esperienza del dialogo-Testimonianza di Nadjia Kebour al Meeting”L’Oriente incontra l’Occidente per una civilta’ di pace”promosso dal Mandir della Pace ad Assisi
Il dialogo è un esperienza vissuta. Io personalmente, non ho scoperto il dialogo attraverso i libri, ma piuttosto, vivendo un’ esperienza molto profonda con l’altro che è diverso da me per cultura e religione. vissuto,qui, in Italia a Roma, la città aperta a tutte le religioni del mondo.
Quando sono venuta per la prima volta in Italia, per motivi di studio, ho conosciuto delle suore che si chiamano: “Le Piccole Sorelle di Jesu”, era per me la prima volta , incontrare delle persone di religione cristiana. Mi hanno accettato come persona umana, senza farmi sentire la diversità. Erano molto interessate a conoscermi, con un grande rispetto per la mia religione che è l’Islam. Mi hanno aperto i loro cuori, con fiducia e senza paura. Tutto questo mi ha colpito molto, perché, da noi, ci sono tanti pregiudizi che condannano tutte le altre religioni, e dunque, come se l’altro non esistesse. Invece, ciò che vivevo con queste suore era una realtà, non si poteva ignorarla; ero molto curiosa di sapere e di capire tutto ciò che facevano loro, sia la pratica del culto che è basato sull’amore di Dio e del prossimo, sia la pratica della loro fraternità che è basata sulla carità, la fratellanza, la tolleranza, la semplicità, la modestia e l’apertura.
Infatti, la loro comunità è nata in Algeria, frequentando i musulmani. Quasi tutte queste suore in fatti, hanno vissuto nel mio paese per fare un’esperienza spirituale, cioè, vivere la loro spiritualità con l’altro. Così, ho imparato a vivere e condividere con loro il mio culto con rispetto totale, fin’ora, festeggiamo tutte insieme le nostre feste religiose, come per esempio: La fine del Ramadan, che è una festa molto importante da noi, perché, si festeggia il sacrificio del digiuno durato 30 giorni e questo mi fa un grande piacere e mi colpisce molto. Anch’io festeggio con loro; per esempio, il Natale e la Pasqua che sono molto importanti nella religione cattolica, assistendo alle loro funzioni e cercando di capire tutto. Vivere questi momenti con l’altro perciò è stato per noi tutte, un’esperienza spirituale molto profonda.
Quest’esperienza spirituale è stata dunque molto positiva, mi ha permesso di scoprire tanti valori che esistono nella religione cristiana e credevo che esistessero solamente nella mia, come per esempio, la carità, la tolleranza. Ho arricchito la mia conoscenza con la loro fede, senza impoverire la mia. Così, dovrebbe essere il cammino del dialogo, cioè, bisognerebbe approfondire questa esperienza, nel rispetto reciproco e nella tolleranza.
Oltre questa esperienza di dialogo che ho vissuto con le suore, ho partecipato con i miei amici indiani, uno musulmano e l’altro indù, ed altri amici turchi, al movimento di San Francesco Saverio, a Caserta, grazie al suo organizzatore il Dottor Ambrogio Bongiovanni che ci ha invitati per partecipare. Lì, ho scoperto il dialogo, perché, prima non pensavo che esistesse un dialogo interreligioso e non sapevo niente di questo, ma dopo averlo vissuto con delle famiglie che abitano lì, ho capito quanto fosse importante e interessante ascoltare l’altro e dialogare con lui. E lì, tutti quanti abbiamo partecipato alla messa. Anzi, frequentando queste famiglie cristiane che lavorano tutte per questo motivo, mi sono resa conto che queste persone vogliono veramente realizzare questo cammino per la pace, condividere il loro culto con noi, attraverso il dialogo. À Caserta, tutti noi abbiamo parlato delle nostre esperienze, qui in Italia. Tutti erano interessati a sentirci e in quei momenti, ero molto felice e contenta della mia partecipazione che era così interessante ed utile. È stata per me la prima volta nella vita, che ho avuto questa opportunità di affrontare l’altro, parlare liberamente e con sincerità, davanti ad pubblico italiano della mia esperienza, come donna musulmana che vive in un paese a maggioranza cattolica.Da quel momento, mi interessa molto il dialogo interreligioso. Ho assistito e ho partecipato a dei convegni e degli incontri. A Bari, sono stata ad un convegno, il tema cui era: “Il cammino di liberazione nelle fedi del mediterraneo: Cristianesimo, Ebraismo e Islam”. È stato molto interessante per me, ascoltare le testimonianze di persone diverse: cristiane, ebraiche e musulmane. Tutti hanno parlato del cammino verso Dio, ma, alla fine, abbiamo scoperto che Dio è lo stesso. Ascoltando l’altro, il concetto di Dio si allarga, la nostra fede si rafforza e il nostro amore verso Dio cresce. Ognuno di noi può fare un proprio cammino per avvicinarsi a Dio, ma la verità di Dio rimane sempre unica e assoluta. Quanto è bello vivere dei momenti di solidarietà con l’altro per il bene di tutti, quanto è bello sentire dire che siamo tutti uguali davanti ad un Creatore. In effetti, credo che Dio abbia creato questa diversità per un motivo positivo. Quindi, c’è questa possibilità di comprensione tra gli esseri umani, malgrado la diversità che esiste comunque. È l’umanità che dovrebbe realizzarla, accettando l’altro.
Con il dialogo interreligioso, uomini e donne devono capire che è possibile un cammino insieme, per la pace dell’umanità. Anzi, è un cammino di liberazione prima ancora che per la pace. Affrontando l’altro, l’essere umano si libera dal suo egoismo, cioè, l’essere umano pensa che esiste solo lui o solo la sua religione, o solo il suo Dio, come se esistesse: solo il Dio dei cristiani; solo il Dio degli ebrei, solo il Dio dei musulmani. Anzi, l’uomo si libera dal suo orgoglio, perché, nessuno possiede né la verità di Dio e né il paradiso. Sebbene diversi, abbiamo tutti il diritto e la possibilità di cercare la verità di Dio.
Con il dialogo interreligioso, l’essere umano si libera dai pregiudizi, perché, giudicare l’altro significa condannarlo, sentirlo come un nemico, ed avere paura di confrontarsi e anche di perdonarsi. Invece, con l’esperienza del dialogo, il pensiero umano cambia, si allarga, diventa più aperto e la persona capisce che l’altro non fa paura, perché, è una creatura di un solo Dio. E quindi, tutti questi pregiudizi potrebbero creare agli esseri umani degli ostacoli psicologici, e dunque si sceglie una strada sbagliata che finisce nella violenza e nella guerra e da una tale situazione nasce lo spirito d’aggressività, d’intolleranza e d’incomprensione.
Con il dialogo interreligioso, l’umanità impara ad esprimersi con tutta libertà, e così, dovrebbe essere, perché, senza libertà di espressione, l’essere umano rimane sempre prigioniero del suo orgoglio e del suo egoismo. Perciò, dal momento che ho scoperto la libertà nel dialogo, avevo capito bene che essa è molto importante nel dialogo interreligioso, parlare con tutta libertà, rispettando la libertà degli altri. Questa concezione è nata in me, dal fatto che i miei nuovi amici cattolici mi hanno dato l’opportunità di partecipare e di parlare di ciò che penso, rispettandomi. E quindi, ho cominciato a sentire in me il dovere e la responsabilità di impegnarmi nel dialogo. Ho capito anche che tutti noi, uomini e donne siamo responsabili dell’umanità, perché, siamo tutti uguali davanti al Creatore. Tutti, abbiamo la ragione attraverso la quale si può distinguere fra il bene e il male.
Con l’esperienza del dialogo, sono diventata una persona più aperta, più coraggiosa, più tollerante e più comprensiva. Anzi, sono diventata più felice, perché, è stata una scoperta dell’altro. Adesso, l’altro, il diverso da me, fa parte della mia vita spirituale e da parte mia viene considerato come un fratello. Sento sempre il bisogno di parlargli, di dialogare con lui e di condividere con lui dei momenti sereni di solidarietà umana. Posso dire alla fine che non potrei mai più vivere senza l’altro e spero che tutta l’umanità capisca che dobbiamo lavorare per il nostro bene, bisogna rispettarsi e nessuno di noi ha il diritto di giudicare l’altro, solo Dio è in grado di farlo, perché, è lui che ha creato questa diversità, e quindi, lui ne conosce bene il motivo.