L’importanza della meditazione nella vita quotidiana di Giorgio Furlan
ASSISI-9/9/1999-Meeting del Mandir della Pace- IL RAPPORTO UOMO-NATURA-AMBIENTE PER LO SVILUPPO DI UNA CULTURA DI PACE
L’importanza della meditazione nella vita quotidiana a cura del maestro Giorgio Furlan(direttore dell’Accademia Yoga di Roma) Dagli antichi yogi era conosciuta, in maniera approfondita, sia la struttura del corpo fisico che quella della mente umana, per quanto riguarda l inconscio e la coscienza. Con l intuizione interiore, o con mezzi interni sensibili ed eccezionali, di cui tutti disponiamo però ancora allo stato latente, riusciamo a capire la composizione di tutto l essere umano, comprendendo l importanza dei nostro corpo fisico e del nostro corpo mentale. I Ríshi di una volta avevano specialmente una chiara conoscenza di tutto il sistema nervoso, all interno del corpo fisico, sia ortosimpatico, sia parasimpatico, al punto tale da poter intuire preziose tecniche e validi metodi efficacissimi, ancora oggi, per migliorarlo od evolverlo sempre più. Anche la mente, nella sua eccezionale complessita , può veramente aiutarci, può cioè, rivelarsi un utile ed importantissimo strumento per il nostro totale benessere interiore, sia fisico, sia emotivo, sia mentale. Corpo e mente, quindi, sono dei mezzi efficaci che possono essere impiegati per lo sviluppo ed il potenziamento delle nostre energie e dei nostri poteri interiori, anche dei più reconditi ed assopiti. Secondo gli yogi, e questa è la meta finale dell umanità sotto il profilo evoluzionistico, il sistema nervoso involontario sarà destinato a trasformarsi in sistema nervoso volontario. Così anche la sorte della mente, quella inconscia, è destinata ad evolversi nella coscienza. Solamente in questo modo si può offrire una esauriente ed efficace spiegazione di certi meccanismi fisiologici e psicologici, verso i quali la nostra scienza occidentale non si sa ancora pronunciare. Alcuni di essi possono essere, per quanto riguarda la parte fisiologica: il rallentamento e la velocizzazione del battito cardiaco in modo controllato, cosciente, il sovvertimento dei movimenti peristaltici dell intestino, la vasocostrizione e la vasodilatazione volontaria, ecc. Anche la mente, attualmente la più grande incognita dell essere umano, è destinata a subire l inarrestabile evoluzione supercosciente. Gli yogi nel corso dei secoli approfondirono notevolmente quest aspetto dell uomo. Essi riscontrarono le enormi ed illimitate capacità mentali in quantità e in qualità, insite in tutti noi ma anche assopite nell inconscio. Anche questo aspetto sarà un gradino destinato ad essere superato in un prossimo futuro per l evoluzione umana. Conosciamo tutti, ormai, che la presenza dell inconscio nell individuo può essere molto spesso portatrice di crisi depressive, nevrosi, angoscia, psicosi, ipocondria, esaurimento nervoso, ecc. Tutti questi stati patologici esistono per la limitazione della mente inconscia. A proposito di tutto ciò, gli yogi asseriscono che è importante considerare il notevole fatto che l inconscio può essere portato ad evoluzione, considerando in primo luogo la sua purificazione. E possibile quindi, trasformare l inconscio in coscienza e questa in supercoscienza. In tale ultimo stato, la mente inizia a mostrare tutte le sue qualità interiori più nascoste, tutte le sue potenzialità di energia. Un essenziale strumento per ottenere tutto ciò e che ci è stato dato dagli antichi yogi è la meditazione (Dhyana). Con questa, la mente va incontro all inevitabile evoluzione interiore, verso la quale per diritto di nascita, tutti siamo destinati. Con la meditazione tutte le nostre qualità interiori sopite tendono poco alla volta a manifestarsi sempre di più (Siddhi). Ma ciò che più veramente importa ai nostri fini realizzativi è il conoscere l esistenza dentro di noi di un altro corpo o involucro che si differisce da quello fisico o dalla psiche solamente per una caratteristica: la vibrazione energetica. Quello che dobbiamo considerare è appunto la presenza di questo corpo che gli yogi chiamano con un nome sorprendente ma nello stesso tempo veramente appropriato: il corpo fatto di felicità (Ananda Maya Kosha). Questo deve diventare pianta, deve aprirsi, migliorarsi, ridestarsi, evolversi. Tutti noi possediamo questo corpo fatto di felicità, la quale è insita in tutti gli esseri viventi. L essere umano è il più vicino, dal punto di vista evolutivo, al risveglio di questa importante, vitale parte di noi stessi. Stiamo tutti per diventare consapevoli della gioia della felicità, della beatitudine, che dimorano dentro di noi e che molto spesso ricerchiamo, indirizzando la nostra attrazione su binari sbagliati, su concetti errati, che sono quelli della sensazione momentanea del piacere, che crea il più delle volte pochi attimi. Quello che noi sentiamo e che continuamente ricerchiamo è solamente la minima parte di tutta la gioia, di tutta la felicità che possiamo sperimentare. Tutto ciò si ottiene considerando e potenziando questo corpo di energia e vibrazione intensissima, il cui nome sanscrito è Ananda Maya Kosha. Per arrivare a ciò è necessaria la pratica della meditazione, naturalmente preceduta da tutte le tecniche e da tutti gli esercizi di purificazione (Yama), di autocontrollo e di disintossicazione (Nyama), di rafforzamento (Asanas), di energicizzazione (Pranayama), per aiutare la salute corporea e mentale, per favorire la scioltezza, l elasticità e l equilibrio del corpo, la calma e la purificazione dell inconscio e la consapevolezza della mente cosciente. Ma il vero punto essenziale della continua ricerca yogica, portata avanti nel corso dei secoli dagli antichi Rishi, è il considerare la più alta forma di coscienza e consapevolezza divina che abbiamo dentro di noi. E questo il nostro più sublime Sé. Quello che gli yogi definiscono con una semplice ma indescrivibile parola “Atman”. Questa rappresenta una parte interiore più profonda ed è la scintilla divina, la parte più nobile di noi stessi. E il nostro vero, quello che non muore, non soggetto alla distruzione. Quel Sé interiore siamo noi stessi; non siamo corpo fisico o inconscio o mente cosciente o supercoscienza: siamo Atman, il DIVINO non manifesto. Questo è ciò che asseriscono i grandi maestri della storia dell umanità e quindi bisogna prendere coscienza di tale consapevolezza: la meditazione ne è lo strumento. Giorgio FURLAN maestro di yoga e meditazione