IL VERO FRANCESCO D’ASSISI
Il vero Francesco si rivelò nel 1219, anno in cui si recò in Egitto, alle foci del Nilo dove una città fortificata difesa dai Saraceni, resisteva all’assalto dei Crociati che volevano conquistarla per dilagare nella Palestina alla conquista di Gerusalemme, per poter ricostituire il Regno di Gesusalemme.
Francesco, al seguito dei Crociati guidati dal Delegato del Papa Innocenzo III chiamato Pelagio, ma deciso a contrastarne l’azione, chiese di potersi recare alll’interno della città fortificata per tentare di convertire il Sultano, ma non ottenne l’autorizzazione richiesta se non dopo ripetute insistenze.
Allora si recò ai piedi delle mura di Damietta insieme ad un suo confratello, fra Illuminato deciso a sacrificarsi con lui, e fu subito imprigionato dai Saraceni e, dopo molte insistenze fu gettato al cospetto del Sultano Melek el Kamil, ma non si perse d’animo e cercò di indurlo alla conversione al cristianesimo e sfidò i suoi sacerdoti alla prova del fuoco (ordalìa) che rifiutarono.
Dopo di che si intrattenne con il Sultano che si dimostrò molto tollerante ed ammirato della personalità di Francesco, gli dette un salvacondotto per Gerusalemme e molti doni.
Francesco, accomiatatosi dal Sultano, si recò in Siria dopo aver donato ai poveri tutto ciò che aveva ricevuto dal Sultano; non si recò a Gerusalemme per dimostrare di non tenere in alcun conto la raccomandazione che si rivolgeva ai Cristiani per ottenere il perdono dei peccati, e quindi rientrò in Assisi dove trovò una situazione di conflittualità tra i confratelli i quali, in sua assenza, avevano cominciato a questionare per vari motivi.
Indi Francesco, amareggiato e provato dal viaggio in Palestina, si ritirò sul Monte della Verna dove ottenne le stimmate da lui fortemente desiderate perchè lo rendevano somigliante a Cristo e morì il 4 Ottobre del 1226 tra indicibili sofferenze sopportate in silenzio.
Tutto ciò dimostra che Francesco fu un grande Profeta del dialogo e che il movimento ecumenico da lui creato con grande sacrificio è tuttora vivo e di grande attualità particolarmente nei rapporti con l’Islam.
Ciò è stato ampiamente dimostrato dalla azione francescana che testimonia otto secoli di impegno a favore dei poveri e dei derelitti, per la promozione della PACE unitamente alla solidarietà a favore dei diseredati di tutto il mondo.
Il luminoso esempio di Francesco, anche indipendentemente dai valori religiosi da Lui professati, può essere di viatico in questo mondo secolarizzato, ma in cui esistono tanti suoi seguaci ed ammiratori, per spingerci a dare anche un modesto contributo per la promozione in ogni occasione della cultura della PACE coniugandola anzitutto con la solidarietà e l’amore per tutti i nostri simili abbisognevoli di aiuto.
E’ ciò che l’Associazione Mandir della Pace si appresta a fare contando sull’apporto volontario degli uomini e delle donne di tutto il mondo.